Nei casi di disfunzioni ginecologiche, urinarie e proctologiche, il primo approccio terapeutico è di natura conservativa, che comprende la fisioterapia e la gestione farmacologica. Questo tipo di trattamento non coinvolge interventi chirurgici. Tuttavia, vi sono situazioni in cui è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Nelle donne, gli interventi chirurgici sono spesso mirati a risolvere il prolasso degli organi pelvici, come vescica, utero o retto. Negli uomini, le procedure chirurgiche più comuni includono la rimozione della prostata a causa di ipertrofia prostatica o tumore. In particolare, l’intervento di prostatectomia radicale può spesso portare a incontinenza urinaria, limitando le attività quotidiane e la qualità di vita dei pazienti operati.
Un’altra procedura frequente è l’isterectomia, la rimozione dell’utero, che può essere eseguita per prolasso uterino o presenza di fibromi. La rimozione dell’utero può alterare l’equilibrio addominale, quindi diventa importante rafforzare il pavimento pelvico e gli addominali profondi per mantenere la stabilità pelvica.
Prima di sottoporsi a un intervento chirurgico, è consigliabile intraprendere un percorso di riabilitazione. Questo mira a migliorare la condizione delle strutture pelviche e ad apprendere i movimenti corretti da effettuare nella fase post-operatoria.
Nel periodo dopo l’intervento chirurgico, una fase critica è il trattamento delle cicatrici per ridurre al minimo le aderenze addominali. Questo coinvolge l’uso di strumenti appositi, tecniche manuali ed esercizi di allungamento dei tessuti cicatriziali. Oltre al trattamento delle cicatrici, è cruciale rieducare le strutture muscolari al movimento, al fine di recuperare la forza e la funzionalità degli addominali e del pavimento pelvico.
La nostra fisioterapista specializzata nel pavimento pelvico è Giulia Ciurletti.